Renzo Destini: Implicazioni dell’abbandono

Renzo Destini: Implicazioni dell’abbandono

 

Remix Van Eyck-Madonna di Lucca ( circa 1433) copy

Intervention by Bacco Artolini on “Madonna di Lucca” Van Eyck (Around 1433).

Implicazioni dell’abbandono

E’ la condizione di abbandono a generare entropia o è essa stessa a rendere percepibile l’abbandono?

Un luogo non più frequentato, non più vissuto percorre forse le vie della bassa densità?

L’entropia è la condizione di equilibrio alle spese di un maggior disordine. Un disordine che rompe lo schema del “massimo impacchettamento” degli atomi costitutivi. La lassità conseguente apre dei varchi che sgretolano la materia e la collega al fascino delle percezioni emotive della nostalgia e del mistero di quanto è preceduto all’abbandono.

Il tempo lineare, quello percepibile dalla scala umana, scorre nel continuum di perfezione universale. Nel suo fluire rende evidenti le trasformazioni fittizie della materia. Dall’altro lato, la presenza della vita vibra energie coordinate che come argini di un fiume ostruiscono le alluvioni del disfacimento.

L’assenza della vita accelera lo spostamento dei tasselli, in quanto la capacità della stessa di percepire quanto la circonda è impronta energetica che alimenta una determinata posizione cui sono destinati gli elementi costitutivi della materia.

Se nessuno vive un luogo, questo continua a esistere o la sua esistenza viene temporaneamente interrotta?

Forse allora l’abbandono è un’illusione che serve a direzionarsi su quella linea fittizia che permette alla mente di orientarsi nell’esistenza. Qualcosa esiste solo perché percepito. Allo stesso modo, forse anche la vita conclude veramente di esistere quando la percezione della sua natura viene dimenticata e disconosciuta.

Ricordiamo e viviamo ciò che ci circonda ed esso continuerà a vivere con noi…l’abbandono è una percezione relativa alla consapevolezza dei costituenti del datum entro cui ci troviamo a vivere… a quel punto, l’entropia potrà attendere.

Visione

Passeggiando in un luogo dimenticato…cemento e macerie occupano il paesaggio…un muretto in piedi senza continuità è slegato dalle geometrie…un dolce manto di edera lo abbraccia e conforta

 

Renzo Destini                                                                                   09-04-19